Il torrone, una specialità tradizionale di tre località della Sardegna: Tonara, Desulo e Aritzo, le visitiamo in un breve tour e qui nascono anche i campanacci
Nel cuore della Barbagia, in provincia di Nuoro, in Sardegna, si scoprono piccoli borghi che hanno in comune la produzione del torrone. Siamo tra paesaggi fiabeschi nel cuore dell’aspro massiccio del Gennargentu, in una dolce vallata ricoperta di foreste, dove non mancano boschi di castagni, di noci, di nocciole, in una zona dove durante la fioritura primaverile, le api producono il miele che darà il sapore e il profumo particolare al torrone che qui si produce.
Contenuto dell’articolo
- Spunti di visita
- Tonara
- I campanacci di Tonara
- Desulo
- Aritzo
- Come nasce il torrone in Sardegna
- Come arrivo a Tonara
- Ascolta l’articolo su Loquis
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Spunti di visita

Tre borghi, quelli di Tonara, Désulo e Arìtzo, dove, tra le caratteristiche case in pietra si nascondono laboratori artigianali per la produzione di del torrone che ha conquistato il mondo. Luoghi dove vengono custodite gelosamente le ricette per la creazione di questa specialità che si tramandano di generazione in generazione. Soprattutto nella prima località nascono i famosi campanacci, dal caratteristico suono, che vengono messi al collo degli animali da pascolo. Ma siamo anche nei luoghi più incontaminati della Sardegna, dove il Gennargentu offre il meglio di se. Nei luoghi dove si praticano trekking e si va alla scoperta di un zona di notevole pregio naturalistico. Chi ama la fotografia qui non può che aspettare e se la fortuna lo assiste, può fare magnifici scatti degli animali selvatici e degli uccelli che popolano la zona.
Un breve percorso di 30 chilometri ci porterà alla scoperta di queste tre località.
Tonara

Il primo dei borghi che incontriamo è quello di Tonara. Località tra le più elevate dell’Isola, il nome deriva delle rupi calcaree su cui poggia, ovvero da toni e toneri. Siamo nel versante occidentale del Gennargentu. Il comune nasce dalla fusione di antichi villaggi: Arasulé, Toneri e Teliseri, oltre ad un quartiere più recente, risalente agli anni ’60 del secolo scorso. Le case più antiche sono in pietra e con i balconi in legno, ovvero le istauleddos ammantaos.
Tonara è circondata da boschi di noci e castagni. Questo è il paese del torrone per eccellenza in Sardegna, fatto ancora con le ricette tradizionali: miele, frutta secca e albume d’uovo. Il lunedì di Pasquetta di ogni anno una sagra dedicata offre la degustazione di questo prelibato dolce.
Tra le abitazioni padronali merita una visita l’imponente Casa Porru, il museo etnografico e degli antichi mestieri, edificio questo, un tempo utilizzato come carcere.

Da visitare anche la Chiesa di San Gabriele. Il tempio è stato edificato nel 1607, come si legge sul bassorilievo visibile sula facciata. Ricostruita nel XIX secolo, restano originali il presbiterio e della torre campanaria risalenti al 1600.
Tonara è conosciuta anche perché è un luogo di produzione dei campanacci.
I campanacci di Tonara
Quella del campanaccio a Tonara è una vera e propria vocazione. Non mancano le botteghe artigianali che producono i “sonaggiaos e pittiolos” che i pastori applicano al collo delle greggi. In questa località le prime botteghe per la produzione di campanacci risalgono a circa 200 anni fa. Una tradizione che si tramanda di padre in figlio. In Europa dovrebbero essere rimasti solo due siti di produzione dei campanacci: quello di Tonara e un altro in Grecia.

La produzione di queste piccole campane è lunga. Il procedimento conta ben 26 fasi di lavorazione: tutte rigorosamente manuali: dal taglio del metallo (bronzo e ferro) all’accordatura. Nelle botteghe artigianali è possibile assistere alla lavorazione e alla creazione delle campane.
Desulo
Un antico borgo che si inerpica a quasi 900 metri d’altitudine nel versante occidentale del Gennargentu. Desulo è un caratteristico borgo montano sulle pendici occidentali del massiccio del Gennargentu. Da visitare il museo etnografico Casa Montanaru, casa del poeta lirico in sardo Antioco Casula. Il paese vanta la tradizione dell’intaglio del legno, della tessitura dell’orbace e della lavorazione del cuoio. Tra ottobre e novembre, va in scena ‘La Montagna produce’, occasione per percorrere a cavallo il territorio e degustare il tipico torrone di miele di corbezzolo e di castagno.
Aritzo

Centro turistico montano della Sardegna, è situato a 800 metri d’altitudine. Il paese è fatto da antiche case in pietra e conserva ancora gli edifici che ospitarono le carceri spagnole. Il museo della Montagna sarda custodisce gli oggetti della cultura agropastorale del paese. Attorno rigogliose foreste di lecci, roverelle e castagni. Nel territorio si trova il monumento naturale di su Texile, formazione calcarea a forma di tacco. È nei dolci che la creatività degli aritzesi si esprime al meglio, con il tradizionale torrone di noci e nocciole e la produzione della famosa carapigna, sorbetto al limone preparato secondo tradizione.
Come nasce il torrone in Sardegna

Dolce dalle antiche origini, nato da un miscuglio tra miele e sesamo, in Sardegna la parola “torrone” comparirebbe solo nel XVII secolo. Ma sull’Isola questa prelibatezza potrebbe essere stata importata durante la dominazione spagnola, proveniente da Alicante, l’Alcant araba. Eppure la Sardegna durante l’Impero Romano era stata una grande esportatrice di miele destinato a Roma, ma il primo documento che attesta la presenza del torrone è del 1614. Un documento scritto in catalano in cui si certifica che a Cagliari si producevano due tipi di questo dolce: uno bianco e uno nero. Nella prima metà dell’800, durante le feste patronali in Gallura si vendeva il torrone prodotto a Tempio, ma questo prodotto si trovava anche in diversi negozi del circondario.
Nel 1891 in un periodico vengono citate le donne di Tonara come rivenditrici di “Turones“. L’anno dopo, è Grazia Deledda a parlarne, descrivendo le donne di questa località nell’atto di tagliare con coltelli affilati i torroni fatti da loro stesse. Nel 1896 la dicitura “Torrone di Tonara” compare nella Guida dell’Isola redatta da Francesco Corona, e viene descritto come come una specialità.
Nel 1911 è lo scrittore inglese J.E.Crawford Flitch, a esaltare il torrone tonarese venduto alla festa di San Costantino a Sedilo.

Sulla carta la preparazione del torrone apparentemente è facile. Basta amalgamare miele e albume aggiunti e cotti con noci, mandorle e nocciole. Se inizialmente la preparazione era senza albume, quest’utlimo ingrediente venne aggiunto dopo le prime raffinate elaborazioni grazie all’alta cucina francese a partire dalla prima metà del XVII secolo.
Come arrivo a Tonara
Tonara si raggiunge da Nuoro seguendo la SS389 var, superata la località di Fonni e raggiunto il Lago di Gùsana si segue la Sp 128 fino a destinazione
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