Visitiamo Atzara, uno dei borghi più belli di Sardegna, luogo di produzione del Mandrolisai e noto per la tradizione tessile
Nascosto tra le rigogliose colline della Barbagia, in provincia di Nuoro, ecco Atzara, un borgo medievale che incanta i visitatori che cercano la Sardegna Autentica. Un oasi di tranquillità immerso nella natura incontaminata nel versante occidentale del Gennargentu, dominato dal monte Sa Costa. Questa località è famosa per la sua tessitura e per il vino Mandrolisai.
Contenuto dell’Articolo
- Spunti di Visita
- Un Tuffo nella Storia
- Il Borgo
- Il Patrimonio Archeologico e le Chiese Campestri
- Natura Incontaminata
- La Tradizione Tessile
- Sapori e Profumi
- Il Mandrolisai
- Come Arrivo ad Atzara
- Info
- Tesori Nascosti: I murales di Orgosolo (Nuoro, Sardegna)
- Un tour nella Penisola del Sinis alla scoperta di un paradiso incontaminato in Sardegna
- Atzara, nel cuore nella Barbagia, tra tessuti e il Mandrolisai
- Tonara, sulla via del torrone e dei campanacci in Sardegna
- Le processioni della Pasqua in Italia
Spunti di Visita
Chi ama la vera Sardegna, quella più autentica, lontana dalle patinate località della Costa Smeralda, non può non visitare Atzara, un luogo che combina perfettamente storia, cultura e natura. Nel mio tour alla scoperta di questo borgo medievale ho scoperto che conserva ancora intatte molte delle sue antiche caratteristiche architettoniche. Ed è questo uno dei motivi per una visita.

Poi perché è un borgo degli artisti. All’inizio del XX secolo, Atzara attrasse molti pittori spagnoli e italiani che rimasero affascinati dalla bellezza del paesaggio e dalla vita rurale. Questa tradizione artistica rivive nel Museo Antonio Ortiz Echagüe.
Qui siamo in una zona di produzione di vini, anzi un vino in particolare: il Mandrolisai cui è legata la tradizionale Sagra del Vino, ad esempio, è un evento imperdibile che celebra la produzione vitivinicola della regione con degustazioni, musica e danze folkloristiche.
Partecipare a queste feste permette di vivere l’autenticità delle tradizioni sarde in un’atmosfera festosa e accogliente. L’ideale è fermarsi per più giorni per camminare lungo i sentieri escursionistici nei dintorni che offrono panorami mozzafiato e la tranquillità della campagna sarda. Ma questa località della Barbagia è anche nota per i suoi tessuti. In passato molte famiglie tessevano tappeti e la tipica coperta a “pibiones”.
Scoprire Atzara significa scoprire un angolo dell’isola che conserva intatto il fascino del passato e la vivacità del presente, offrendo un’esperienza indimenticabile a tutti i visitatori.
Un Tuffo nella Storia
La zona di Atzara è abitata sin dal Neolitico, come testimoniano le domus de janas di Corongiu Senes e i reperti di Launisa. Tra i nuraghi che si trovano in questa zona, il più interessante è quello di Abbagadda, ovvero dell’Acqua Calda, che si trova a sud-ovest del paese.
Tra il XII e il XIV secolo, il villaggio di Atzara è menzionato nel Condaghe di Bonarcado, datato 1205 e in altri documenti medievali, tra cui un accordo di pace del 1388 tra Eleonora d’Arborea e il re Giovanni d’Aragona.

Nel 1580, Atzara è citata come “oppidum Azarae” nella Chorographia Sardiniae di G. F. Fara, mentre all’inizio del XVII secolo, parte degli abitanti del villaggio abbandonato di Spasulè si trasferirono ad Atzara, forse a causa della Peste.
Ma è nel 1900 che questo borgo diventa famoso. Grazie al soggiorno del pittore Eduardo Chicharro che vince una borsa di studio dell’Accademia di Spagna a Roma. Dopo di lui arrivarono qui altri artisti, tra cui Antonio Ortiz Echagüe, Giuseppe Biasi, Carmelo Floris, Antonio Ballero, Filippo Figari e Richard Scheurlen, che diedero vita alla “scuola di Atzara”.
Il Borgo
Passeggiando per i suoi antichi rioni sono rimasto affascinato dalle case in granito e dai portali scolpiti, ho ammirato le piccole abitazioni in cui si esaltano la bellezza delle finestre e dei balconi e che raccontano storie di un’epoca lontana. Esplorando più a fondo, ho scoperto quattro ragioni principali per cui questo luogo merita assolutamente una visita.
- La prima è il Centro Storico che conserva un affascinante tessuto urbano di origine aragonese. L’architettura storica con le sue case di granito, è davvero suggestiva e rappresenta un tuffo nel passato.

- La seconda è quella religiosa. Attraversata la strada principale, mi sono ritrovato in una vasta piazza ad anfiteatro dominata dall’antica Chiesa di San Giorgio. Situata nell’omonima piazza, risale a prima del 1205 ma fu consacrata solo intorno al 1386. è stata un importante luogo di creazione artistica durante gli anni di attività dei pittori nazionali e internazionali.
La chiesa parrocchiale di Sant’Antioco, con il suo stile pisano-aragonese e interno gotico, è un altro capolavoro architettonico. La si raggiunge percorrendo la Via Regina Margherita attraverso strette viuzze che conducono a una piccola piazza irregolare dal carattere medievale. L’edificio risale al XVI e il XVII secolo. Ha facciata in trachite, mentre all’interno da notare i dettagli raffinati degli altari in legno e delle argenterie cinquecentesche.
- La terza ragione è quella che passeggiando per le Vie di Atzara si ammirano edifici storici come il palazzo feudale de Su Conte, con il suo caratteristico pozzo e la cupola rivestita di maioliche. Sempre nel centro storico è bello perdersi tra le stradine costellate di vecchie case contadine con cortili e loggiati.
- La quarta ragione è quella legata al vino e alle piccole cantine private, i Magasinos. Ho avuto l’opportunità di entrare in una cantina cinquecentesca, dove sono stato accolto con un bicchiere di vino Mandrolisai, tipico della regione. Momenti di convivialità con gli abitanti locali che rendono l’esperienza ancora più autentica.

Il Patrimonio Archeologico e le Chiese Campestri
Visitata Atzara, non resta che scoprire i dintorni del borgo. Sono diverse le opportunità per esplorare le chiese campestri, come quella di Santa Maria de Josso, Santa Maria de Susu e Santa Maria Bambina, risalenti all’anno Mille. Ma, come abbiamo già detto, visitare anche i resti delle domus de janas e il nuraghe Abbagadda con la sua torre centrale alta sei metri.
Natura Incontaminata
Per finire non resta che respirare l’aria pura della natura incontaminata che circonda Atzara. Boschi, vigneti e oliveti, dove ammirare panorami mozzafiato. Gli amanti del trekking e della mountain bike troveranno numerosi sentieri che attraversano queste terre incontaminate. Una delle escursioni più emozionanti è quella del sentiero naturalistico “Le Vie dei Vigneti” (Is Camminos de Is Bingias). Inizia appena fuori Atzara e lungo il percorso si possono ammirare vigne, boschi di roverelle e sughere. Inoltre dalla località Santa Vittoria si ammira un bellissimo panorama sui campi coltivati e sulle lunghe file di viti che sorgono a valle delle abitazioni.

La Tradizione Tessile
Non solo vino, ma anche il tessile di Atzara è tra le eccellenze di Sardegna, frutto di un passato fatto di tanti tessitori. In molte case erano ospitati telai che, manovrati dalle donne davano vita a tappeti, coperte e stoffe d’arredamento. Oggi, questa tradizione è mantenuta viva dalla cooperativa tessile Sa Fanuga, famosa per la tipica coperta a “pibiones”, ricamata con rilievi a nodini che ricordano gli acini d’uva, i pibiones, appunto. I tappeti di Atzara, decorati con motivi geometrici e floreali, sono tra i più rinomati dell’isola.
Sapori e Profumi
Ammirato il borgo non resta che entrare in uno dei ristoranti cittadini per assaporare le tipicità del posto. Tra i migliori piatti della cucina locale c’è “sa tumballa”, una pasta al forno con uova, pangrattato, formaggio, sugo di carne di maiale e zafferano. Tra i secondi piatti spicca “sa pudda prena”, una gallina ripiena con uova, fegato, pomodori secchi, lardo e zafferano. Merita un assaggio “s’ortau”, un composto fatto con salsiccia di maiale, cuore e mandorla. Tra i dolci, sono da provare “is bucconettes” e “su gattou” a base di mandorle, e “sa tumballa ‘e latte”, un flan di latte con base di caffè e rum.
Il Mandrolisai
La regione circostante Atzara è famosa per la produzione di vini pregiati, soprattutto il Mandrolisai, un vino rosso corposo e aromatico prodotto con uve di eccellenza da fermentazione spontanea che si ottiene da un mix di uve cannonau, monica e muristeddu ed è disponibile in cinque versioni: Rosso del Mandrolisai, di colore rubino e con un profumo vinoso e leggermente fruttato, Holisaiun vino rosato da consumare giovane, Rosso Superiore, Kent’annos, anch’esso di colore rosso rubino con gusto secco, Ternura, un vino bianco dolce, ottenuto da uve stramature, con un gusto equilibrato, fine e persistente e infine, Antiogu, un rosso invecchiato in barili di rovere. Visitare le cantine locali offre l’opportunità di degustare questo e altri vini della zona.
Come Arrivo ad Atzara
Atzara si raggiunge in automobile da Nuoro seguendo la SS131dir fino ad Ottana, superata la quale si prosegue sulla Sp29 prima e Sp84 poi. A Bidoni si segue la Sp31 fino al parco archeologico Biru ‘e Concas, quindi Sp68 e Sp61 fino a destinazione
Info
Questo il link del Comune di Atzara
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