Zona di produzione vinicola, quella del castello di Roppolo, sul lago di Viverone, nasconde una storia irrisolta: quella del murato vivo nel maniero

In vino veritas, dice un vecchio proverbio latino, ma questa non è una storia nata dopo un colossale bevuta. La leggenda del murato vivo nel castello di Roppolo ha delle certezze: quelle che durante alcuni lavori di ristrutturazione nel 1800, vennero alla luce dei resti umani e un’armatura.
Il maniero sorge sulla sommità dell’anfiteatro morenico e domina il paesaggio circostante dal lago di Viverone fino all’imbocco della Valle d’Aosta, siamo in provincia di Biella, in Piemonte.
Lo scheletro ritrovato, si ipotizzò due secoli fa, fosse quello di Bernardo Valperga di Mazzè, un condottiero scomparso misteriosamente alla metà del 1400. Una storia che ancora oggi resta un mistero, così come quello, si dice, dello spirito della moglie che vagherebbe fuori dal castello chiedendo giustizia per il marito.
Contenuto dell’articolo
- Consigli di Viaggio
- Il castello di Roppolo
- La leggenda dell’uomo murato vivo
- I vini della zona
- Cinque motivi per visitare il castello di Roppolo
- Come arrivo al castello di Roppolo
- Audioguida
Consigli di viaggio
Il castello di Roppolo si trova in una posizione altamente panoramica da cui si scorge il vicino lago di Viverone e, proprio la zona dove sorge il maniero è ideale per scattare stupende fotografie. La zona è anche nota per i vigneti e per la produzione di vino, uno in particolare, l’Erbaluce. Quindi una gita in questa località ci porta inevitabilmente a visitare qualche cantina per fare assaggi ed acquistare dell’ottimo nettare. Gli amanti dei misteri avranno pane per i loro denti. C’è mistero dietro i resti rinvenuti nel castello durante alcuni lavori di ristrutturazione. La visita alla zona del castello può essere anche il pretesto per arrivare successivamente al lago di Viverone e passeggiare sulle rive di questo specchio d’acqua. Nel periodo di Natale, il lungolago di Viverone si anima delle casette degli artigiani che espongono la loro merce durante il caratteristico Mercatino.
Il castello di Roppolo

Punto strategico tra l’ingresso in Valle d’Aosta e le piane di Vercelli, il castello di Roppolo fu utilizzato dalle truppe napoleoniche come quartier generale. Ma la storia di questo maniero ci riporta indietro nei tempi di oltre mille anni, quando la potente famiglia dei Bichieri era proprietaria della fortificazione. Una famiglia, questa, radicata nella zona, ricca di vigneti e che con il vino fece la propria fortuna. Nello stemma della famiglia, infatti sono presenti tre bicchieri riempiti di vino, che si trovano sotto al cappello cardinalizio del cardinale vercellese, Guala Bichieri. Quest’ultimo, persona molto influente nella chiesa, fondò l’abbazia di sant’Andrea a Vercelli.

Passato di mano nel Quattrocento, il castello di Roppolo divenne proprietà della famiglia Valperga lo terrà fino alla Rivoluzione Francese. E fu proprio Ludovico Valperga, Signore di Roppolo, a dar vita ad una delle tante leggende legate a questa fortificazione.
A questa famiglia si deve la ristrutturazione rinascimentale del castello con l’aggiunta dell’ala Est, dando vita alla fisionomia attuale dell’edificio.
Nel secolo scorso fu sede dell’Enoteca Regionale della Serra, mentre attualmente il castello appartiene alla famiglia Saletta che nel 2018 lo ha aperto al pubblico e arricchito di una splendida collezione di quadri, mobili, armi medievali e diversi reperti archeologici, anche se attualmente le sale del castello non risultano visitabili.
La leggenda dell’uomo murato vivo

La storia, o meglio, la leggenda dell’uomo murato vivo ci riporta al 1890, quando il castello di Roppolo fu sottoposto a lavori di ristrutturazione interni. Durante l’abbattimento di un muro vennero alla luce uno scheletro umano e un armatura. Il ritrovamento venne associato alla scomparsa, quattrocento anni prima di Bernardo Valperga di Mazzè.
Compagno d’armi del proprietario del castello, Ludovico Valperga, ebbe dei dissapori con quest’ultimo. La sorte li volle affiancare nelle truppe di Ludovico di Savoia nella guerra per il predominio sul Ducato di Milano contro gli Sforza, dopo la Morte di Filippo Maria Visconti avvenuta nel 1447.
Bernardo Valperga venne catturato dal nemico. Ludovico si propose di pagare il riscatto, ottenendo così la sua liberazione, che avvenne lungo le rive del fiume Ticino. Da allora, però, di Bernardo Valperga di Mazzè non si seppe più nulla.
Fu allora che si diffuse la leggenda secondo la quale Ludovico avesse murato il compagno d’armi nelle segrete del castello. E lo scheletro con l’armatura ritrovati durante le ristrutturazioni del maniero nel 1800, farebbero supporre che le spoglie siano le sue. Ma non solo. Secondo un’altra leggenda, lo spirito di Maddalena, la moglie del signore di Mazzè, aleggerebbe attorno al castello chiedendo che sia fatta giustizia per il marito.
I vini della zona

Leggende a parte, questa è anche una delle più note zone di produzione del vino in Piemonte. Dai vigneti nascono l‘Erbaluce, un nettare dal colore giallo paglierino, dal sapore delicato che nel 2010 ha ottenuto il riconoscimento come DOCG (Denominazione di origine controllata e garantita). Questa è la zona del Lessona, noto anche come “il vino d’ Italia“, perché fu usato al posto dello champagne dal Ministro Delle Finanze, Quintino Sella, per brindare all’unità d’Italia. Un altro vino della zona è il Bramaterra DOC, un nettarre di inizio ‘900, pare molto apprezzato dalla curia. Oggi è noto anche come “vino dei canonici“. Qui si producono anche il Canavese DOC e il Coste Della Sesia DOC,vino che ha ottenuto la certificazione recente, è del 1996, ma che era già noto ai tempi dei romani. Testimonianza di questo vino si ha negli scritti di Plinio il Vecchio.
Cinque motivi per visitare il castello di Roppolo
- Per scoprire se questa storia è vera
- Per assaporare i vini della zona
- Per conoscere una pagina di storia locale.
- Per ammirare stupendi panorami sul lago di Viverone
- Per visitsare Viverone e passeggiare sul lungolago.
Come arrivo al castello di Roppolo
Il castello di Roppolo si raggiunge dall’Autostrada A4 Torino-Trieste, uscita Santhià, quindi si prosegue sulla strada provinciale 153 fino a Cavaglià, poi sulla Sp 128. Superata la Pista Le Sirene si svolta a destra seguendo la sp 419 fino a Roppolo.
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