Comacchio e i suoi canali, la sua storia: una piccola Venezia

Città di antichissime origini che ha conservato l’aspetto di un tempo, Comacchio si trova al centro di estese lagune bonificate, in provincia di Ferrara.

Con i suoi canali attraversati da ponti, il centro storico è definito un “piccola” Venezia, ma la sua storia ci riporta alla città etrusca di Spina, contesa tra ferraresi e ravennati, ma anche da Papi e Imperatori.
Comacchio nel tempo
Durante il medioevo, Comacchio era nota per la pesca e la produzione del sale. Rivale di Venezia e passata l’epoca estense, la città rinacque sotto il dominio dello Stato Pontificio, durante il quale vennero realizzati i più importanti interventi architettonici e monumentali.
Oggi è una città lagunare che si presta piacevolmente ad un trekking giornaliero che ci porta alla scoperta dei più importanti monumenti, a cominciare dai Trepponti, uno dei simboli di questo luogo.
Dai trepponti alla scoperta della città
Questo particolare ponte fu costruito nel Seicento e all’epoca era la porta fortificata per l’ingresso nel borgo per chi proveniva dal mare, lungo il canale fortificato. Edificato nel 1634 dall’architetto Luca Danesi, è formato da cinque ampie scalinate che culminano in un piano in pietra d’Istria.
Dai trepponti si entra nel borgo alla scoperta della città

Quale direzione
Una volta in cima ai Trepponti si può scegliere se proseguire verso il ponte degli Sbirri, risalente al XVII secolo e sorge nello snodo centrale delle comunicazioni fra i canali, oppure verso destra e quindi verso il ponte di borgo.
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Quest’ultima strada ci condurrà, passando davanti a diverse attività commerciali, alla chiesa del Suffragio

Chiesa del Suffragio
Situata a pochi metri dalla Loggia del Grano, attiguo a piazza del Popolo, dall’elegante facciata in mattoni, la chiesa del Suffragio risale al 1644. All’interno, dietro l’altare è conservato un trittico pittorico tra cui la tela centrale di Antonio Randa raffigura la Madonna col Bambino, Sant’Antonio e le anime del purgatorio alle quali il santo dona refrigerio versando acqua da un vaso.
Chiesa del Carmine

Poco distante dalla Chiesa del Suffragio, seguendo il canale laterale al tempio, ecco la chiesa del Carmine. Situata a lato del ponte Pizzetti, di fronte al ponte omonimo, è un edificio di semplice fattura dalle linee rinascimentali. Conserva al suo interno una àncona lignea con l’immagine della Madonna con Bambino.
Continua il percorso
Seguendo via Carducci e via Cavour, arriviamo alla Loggia del Grano e alla torre Civica. Quest’ultima potrebbe essere la ricostruzione di un’antica torre crollata nel 1816. La nicchia semicircolare custodisce la statua in pietra della Madonna con Bambino.
La cattedrale di San Cassiano

Poco distante ecco la cattedrale di San Cassiano, dallo scenografico sfondo e la sua Torre Campanaria. Questo Maestoso edificio è dedicato al Santo Patrono della città ed è stato edificato al posto dell’antica cattedrale romanica, demolita nel 1694. Ha facciata in mattoni, mentre l’interno è ad unica navata. Tra le dodici cappelle laterali si possono ammirare diverse tele. Nell’altare settecentesco in marmo anche la cinquecentesca statua lignea del martire Cassiano, protettore della città.
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Torre Campanaria
A fianco del Duomo sorge la Torre Campanaria. Il primo progetto risale al 1751 per opera del veneziano Giorgio Fossati. Crollata 1757 fu ricostruita ed ultimata nel 1868. Con il rifacimento venne privata della sommità.
La chiesa di Santa Maria Aula Regia

Un altro interessante edificio di culto è quello della chiesa di Santa Maria in Aula Regia che si raggiunge da Corso Mazzini, ed è preceduta da un lungo porticato con ben 142 arcate. Nell’ultimo tratto si apre il portone di un’antica manifattura dei pesci che è visitabile.nota anche come Chiesa dei Cappuccini, sorge nell’area dell’ex Monastero di Santa Maria in Auregiario, del X secolo. L’interno è ad unica navata. Nelle cappelle laterali si possono ammirare diverse tele di buona fattura
Continuiamo la visita
Tornando sui nostri passi, arriviamo fino alla torre civica e seguendo via Manfrini ammiriamo Palazzo Partigiani, risalente probabilmente all’ottocento. Questo edificio a due piani fu abitato dal patriota comachiese Antonio Bonafede. E seguendo la via a lui dedicata, giungiamo al seicentesco Ospedale degli Infermi, oggi sede museale, ma testimone dello stile neoclassicismo.
Questa grandiosa opera fu progettata nel 1771 dall’architetto ferrarese Antonio Foschini.
Pochi passi e siamo di nuovo ai Trepponti. Non ci resta che raggiungere il Ponte san Pietro e camminare lungo la strada Foce per arrivare all’Ecomuseo delle Valli di Comacchio. 4 chilometri e 300 metri, a piedi (o in macchina se spaventa la distanza) ed immergerci nella natura, andando ad ammirare i casoni, ma anche la flora e la fauna del parco.

Cinque motivi per visitare Comacchio
- Per conoscere un territorio unico in Italia, la sua flora e la sua fauna
- Per attraversare i Trepponti
- Per ammirare una località che sembra una Venezia in miniatura
- Perché è a pochi passi da favolose spiagge
- Per la sua tipica cucina e assaporare la specialità del posto, ovvero l’anguilla

La cucina
Il piatto tipico di Comacchio è l’anguilla marinata con aceto e aromi, ma la si può gustare anche ai ferri o in umido. È spesso accompagnata dalla Coppia Ferrarese, ovvero il pane locale. E annaffiata dall’unico vino rosso che si adatta a questo piatto: il Bosco Eliceo Doc Uva d’oro.
L’anguilla marinata e il prodotto per eccellenza della zona ed è inserita anche nei presidi di Slow Food. Nei vicini lidi ferraresi, invece si apprezza il pescato fresco. Infine, i Topini d’Ognisanti, biscotti che vengono preparati solo per i primi due giorni di novembre e che sono legati alla legge da dei topi che invasero il cimitero e furono cacciato dalle preghiere rivolte alla Madonna.
Come arrivo a Comacchio
Si arriva a Comacchio seguendo l’autostrada A13 da Verona o Bologna, uscita Ferrara Sud, quindi Superstrada Ferrara-Porto Garibaldi fino a Comacchio.
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Zona poco nota ma davvero suggestiva, è molto bello il titolo che avete dato a questo articolo, valorizza quello che è un luogo poco noto.
Dopo aver letto il vostro articolo mi è venuta voglia di fare una capatina da quelle parti, un weekend all’insegna del relax, della natura e dei valori autentici (compresi quelli culinari come ho potuto leggere!)