Un paese disabitato dal nome illustro: Leri Cavour, sì, l’antico possedimento della famiglia Benso, quella del famoso Conte, è oggi un paese fantasma, un gruppo di case, spesso vandalizzate, in provincia di Vercelli.

Siamo a poche centinaia di metri dalla centrale elettrica di Trino Vercellese, in un luogo che, visto l’illustre possessore sarebbe dovuto e potuto diventare un paese-museo, ma che in realtà è stato abbandonato a se stesso. E purtroppo meta di continui atti di vandalismo che stanno distruggendo una delle memorie storiche del nostro passato.
Dal 2007 Leri Cavour, è frazione di Trino Vercellese, anche se dagli anni ‘60 non ci abita più nessuno. O meglio, il luogo è stato progressivamente abbandonato anche a causa della volontà di costruire nei pressi una centrale nucleare. Progetto poi abbandonato dopo il famoso referendum.

Arriviamo a Leri Cavour seguendo il percorso delle grange (qui il link al post dedicato) perché incuriositi dal nome del luogo, speranzosi di trovare, o meglio, leggere una bella pagina della storia italiana. Le premesse c’erano tutte.
La storia
Leri Cavour, come per tanti altri della zona, fu bonificato dai monaci cistercensi ed utilizzato per la coltivazione del riso e la sua storia antica si riflette in quella del Principato di Lucedio, di cui abbiamo già parlato in altro post, ma soprattutto al monastero di San Genuario, di cui fu azienda agricola satellite nel 1179 circa.

La fama di Leri Cavour arriverà solo nel 1800 quando questo possedimento venne acquistato da Napoleone Bonaparte, che a sua volta lo cedette al cognato, il principe Camillo Borghese, il quale lo rivendette in un secondo tempo a Michele Benso di Cavour, il padre di Camillo Benso Conte di Cavour.
La trasformazione
Fu proprio la famiglia Benso a sviluppare Leri Cavour, trasformandola nella più evoluta azienda agricola del tempo. Furono sperimentati sistemi d’irrigazione innovativi e metodi di coltivazione, ma soprattutto vennero edificati edifici per gli operai che lavoravano la terra. Camillo Benso usò i locali della sua azienda-paese anche come luogo di villeggiatura estivo.
La visita

Arriviamo qui sapendo delle condizioni di Leri Cavour, e pensando che negli anni ‘90 del secolo scorso, questo abitato sarebbe dovuto diventare museo Nazionale dell’Agricoltura. Non ci sono molte case, anzi entrando dietro quello che è un grande palazzo apparentemente ristrutturato si apre un enorme cortile, quello che presumo sia stata anche la piazza di questo piccolo centro.
Gli edifici che incontriamo sono quelli tipici dei borghi agricoli, notiamo scuderie, fienili, abitazioni dei lavoranti, la chiesa della Natività di Maria Santissima. Questo tempio, secondo gli storici, fu edificato su un precedente edificio risalente alla prima metà del 1700. Si tratta di una chiesa in stile barocco, oggi non visitabile all’interno. Anch’essa è stata oggetto di vandalismo.

L’edificio più importante è la splendida villa dove dimorava la famiglia Cavour, un’abitazione su due piani che in origine presentava soffitti affrescati, camini in ogni stanza e ricche finiture. Oggi la vegetazione ha preso il posto degli inquilini in questi palazzi.
Come arrivo a Leri Cavour

Leri Cavour si raggiunge dall’Autostrada A4 Torino-Milano, uscita Santhià, quindi procedendo sulla A26 diramazione Stroppiana Santhià, uscita Vercelli Ovest, e direzione Larizzate, quindi Sp1 fino a destinazione.