Tracce del passaggio dei Lanzichenecchi in Italia si possono ancora vedere nella chiesa di Santa Caterina a Corlazzo, una frazione di Traona, in Valtellina. Siamo sulla costiera dei Chèch.
La montagna di Valtellina e le sue numerose attrattive. Per qualche ora lasciamo da parte pizzoccheri, sciatt e piste da sci e andiamo alla scoperta di un capolavoro nascosto: una chiesetta in mezzacosta, quella di Corlazzo, scoperta per caso. O ne hai sentito parlare, oppure passi davanti per puro caso. Capita che anche gli abitanti della zona non sappiano darti giuste indicazioni.
Una triste pagina di storia
Il passaggio dei Lanzichenecchi in Italia, non fu indolore. Questi soldati mercenari arruolati da Legioni tedesche del Sacro Romano Impero Germanico, combatterono tra la fine del XIV secolo e il XVII secolo. Famosi per la loro crudeltà. Istituiti da Massimiliano I nel 1487 erano composti da protestanti esasperati dall’odio verso la Chiesa Cattolica. È nella storia la loro conquista di Roma, il 6 maggio 1527, la città fu sottoposta a saccheggi e violenze che l’imperatore faticò ad impedire e dalle quali il Papa si salvò a stento.
La chiesa
La minuscola chiesa dedicata a Santa Caterina, del XV secolo che si può visitare nella frazione di Corlazzo, (localmente nota anche come Corlazio) a 370 metri di quota, sul versante che si eleva di poco rispetto al fondovalle, sopra Valletta, ad est di Traona. Siamo sulla cosiddetta costiera dei “Cèch”.
Cosa significa Cèch
“Cèch” è un nome dalle origini misteriose. forse si tratta di un appellativo, attribuibile a diverse interpretazioni, come ad esempio: cèch, diminutivo di Franchi, popolo che abitò questo territorio durante il periodo dell’alto medioevo, influenzando la vita della montagna e della valle, oppure potrebbe essere attribuibile agli eretici o a chi non “vedeva di buon occhio” la conversione al Cristianesimo, appunto detto una persona cieca alla redenzione.
I restauri della chiesa

Tornando alla chiesa di Santa Caterina di Corlazzo, che è stata restaurata da pochi anni ed è tornata al suo antico splendore, affonda le sue origini al Medioevo.
La sua edificazione a metà costa fu voluta per sottrarre i fedeli alla malaria che, in quel periodo infestava il fondovalle.
L’idea di costruire un luogo di culto in questa zona fu preso come esempio e, nel giro di breve tempo, attorno alla chiesetta sorsero diverse abitazioni, dando vita al nucleo originario di Corlazzo.
Gli illustri ospiti nella chiesa
Tra gli ospiti illustri della chiesetta di S. Caterina: San Bernardino da Siena nel 1439 e, un secolo dopo, quella del Vescovo di Como, di origine morbegnese, Feliciano Ninguarda, che arrivò qui in visita pastorale.
Le tracce dei Lanzichenecchi
Un’altra visita che subì la chiesa di Santa Caterina, fu purtroppo, quella devastante dei Lanzichenecchi che nel 1629-30, in viaggio verso Milano, passarono da Corlazzo, insediandosi nel tempio, razziando e distruggendo ciò che conteneva. Purtroppo il loro arrivo coincise con quello del morbo della peste.
Il loro passaggio è visibile ancora oggi nel dipinto dell’Annunciazione dell’Angelo a Maria, che venne deturpato con simboli e scritte che si possono vedere ancora.
Questi barbari soldati, erano di fede protestante e consideravano il culto della Madonna un’espressione della Roma corrotta. Per questo motivo decisero di rovinare il dipinto.
L’audioguida
Clicca sul link ed ascolta l’audioguida della chiesa di Corlazzo
Il video
Come arrivo a Corlazzo
Non è facile trovare la chiesa di Corlazzo, non ci sono indicazioni. Gli unici due modi di raggiungere il luogo sono arrivare a Traona e seguire la strada che conduce all’ex Convento di San Francesco e proseguire fino al primo tornante. Arrivati a questo punto non si imbocca il tornante (che piega a sinistra) ma la stradina che prosegue dritto.
Si percorre questa stretta via dove in alcuni punti passa a malapena una macchina, fino ad incrociare prima una cappella con dipinto, quindi, percorse poche centinaia di metri,troviamo la chiesa di Corlazzo (è sulla destra).
La seconda possibilità è quella di salire con l’auto fino al B&B Le cantine del Vecchio Borgo. Lasciare l’auto dove possibile (chiedere magari ospitalità al B&B che ha un piccolo parcheggio) e proseguire a piedi seguendo la strada che sale verso i vigneti. Terminata la quale si incrocia la strada asfaltata (in piano). Si svolta a destra e si cammina fino alla chiesa.