Il castello consortile di Buronzo, in provincia di Vercelli e i suoi sette blocchi architettonici
Buronzo è un piccolo borgo di stampo medievale in provincia di Vercelli, dove visitare un castello, anzi, ben sette castelli. Uno per ogni componente della famiglia che qui dominava nel XIV secolo.

La storia
Siamo in una zona già abitata nel periodo paleolitico superiore che col tempo si è ulteriormente sviluppata fino ad assumere una certa importanza nel Medioevo. Documenti confermano l’esistenza di un castrum di Buronzo nel 1039 nato grazie al casato dei Guala di Casalvolone: da questa discendenza avrà inizio la dinastia signorile che in età bassomedievale si dividerà in sette differenti rami familiari.
Il periodo di massimo splendore e di benessere economico per questo borgo fu tra il 1300 e il 1500, quando il divampare del conflitto franco-asburgico, portò saccheggi e distruzione a Buronzo. Una parziale rinascita del luogo arriverà dopo il ‘600 con l’avvio della coltivazione del riso che trasformò radicalmente la zona.
Visitiamo Buronzo

Oggi Buronzo è un piccolo, quanto suggestivo borgo piemontese. Passeggiando per le vie del centro storico si incrocia l’enorme maniero, in parte diroccato. Non è un vero e proprio castello con torri e merlature, come potremmo immaginare, semplicemente ha l’aspetto del ricetto, della costruzione chiusa ed inespugnabile dove si mettevano in salvo uomini, animali e cicero, dalle incursioni nemiche.
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L’architettura di Buronzo

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L’architettura di questo luogo è dovuta alla volontà dei signori di Buronzo, che nel XIV secolo si divideva in sette distinti rami: ognuno occupava una parte precisa del castello. I tanti rami familiari hanno portato con tempo, alla creazione di differenti blocchi architettonici, cresciuti attorno alla fortificazione principale, dando vita al borgo vero e proprio. Un luogo che dopo assedi e distruzioni, restauri e passaggi di proprietà è stato trasformato così come lo vediamo oggi.
Il castello e le Imprese

Girare per il centro di Buronzo significa arrivare al castello stesso. Si entra dalla torre-porta. Siamo nel punto più antico del maniero, fatto da alte mura costruite con mattoni e ciottoli affiancati a spina di pesce. Dove si notano bifore ornate da bacini ceramici di provenienza spagnola intonacate a calce impreziosite dalle tonalità calde del cotto.

Nella parte ristrutturata ecco l’appartamento nobile che conserva il ciclo affrescato delle “Imprese“, dette anche emblemi, si tratta di dipinti costituiti da un “corpo”ovvero una parte figurata ed una “anima” che è costituita da una scritta. L’unione delle due esprime significato allegorici.
Mentre la Rocca, oggi in rovina, ci ricorda la vita all’interno del castello, ma anche le battaglie che qui si sono combattute.
La parrocchiale

Nella chiesa di Sant’Abbondio è custodita “La Pietà” di Giuseppe Giovenone. Si tratta di una tavola del Cinquecento vercellese. La si ammira in fondo alla navata barocca della parrocchiale.
Cinque motivi per visitare Buronzo
Per ammirare le Imprese
Per scoprire un piccolo borgo piemontese e la sua storia
Per passeggiare in via Castello che racchiude seicento anni di storia
Per ammirare lo spettacolo delle Alpi dal loggiato del castello
Per vedere la tavola cinquecentesca della “”Pietà” di Giuseppe Giovenone
Audioguida
Il castello di Buronzo, il video
Come arrivo a Buronzo
Buronzo, a metà strada tra Torino e Milano, si raggiunge dall’Autostrada A4, uscita Balocco, quindi, seguendo la strada provinciale 6 si arriva a destinazione.
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