Lontano dai circuiti turistici, Busto Garolfo è una località ricca di storia e di sorprese, che si incontrano girovagando per il paese

Busto Garolfo è una località situata a cavallo tra le province di Milano e Varese. A ben guardare, ha molto di più da offrire rispetto ad altri e ben rinomati borghi. Girovagando per il paese si possono scoprire tracce storiche importanti nelle chiese e nei palazzi . Senza dimenticare che questa, fino alla fine del 1800 era una zona ricca di vigneti.
Contenuto dell’Articolo
- Spunti di Visita
- Storia
- Il Nome
- Chiesa di San Remigio
- Piazza Lombardia
- Chiesa di San Salvatore e Margherita
- Il Ponte dei Sospiri
- Villa Villoresi
- Il Vino
- Il Torchio
- Chiesa Madonna della Neve
- Villa Comunale
- Le Altre Ville
- Il Canale Villoresi
- Cosa Non Perdere a Busto Garolfo
- Quando Andare
- Come Arrivo a Busto Garolfo
- Info
- Il Video
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- Scopriamo Busto Garolfo con un Trekking cittadino, un mix tra Storia e Cultura
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Spunti di Visita
I motivi per visitare Busto Garolfo potrebbero essere tanti. Si tratta di un paese che ha più di 1100 anni stretto tra la più nota Legnano e Busto Arsizio. Per le vie del centro si respira ancora l’aria di un tempo. Certo, rispetto al passato, la piazza oggi soffre nel vedere diverse serrande dei negozi chiuse. Ma questa è la normalità in tanti paesi della zona.

Il passaggio del Canale Villoresi lo arricchisce. La lunga ciclabile sull’argine è frequentatissima e costituisce parte di un ipotetico trekking cittadino. E questo è un altro motivo per visitare Busto Garolfo. Villa Villoresi è aperta per le Giornate del Fai.
Anche Palazzo Molteni, sede comunale come Villa Brentani e il suo annesso parco, sono accessibili. Qui si cammina tra scoiattoli che girano liberamente a pochi passi da noi.

Storia
Prima di addentrarci tra le vie di Busto Garolfo è bene conoscere un po’ della sua storia. Si tratta di un racconto lungo più di 1100 anni. La più antica notizia della sua esistenza si ha nel X secolo. Un atto del giugno 922 menziona la cessione di un appezzamento di vigna. Questo appezzamento era situato “in vico ed fundo qui dicitur Bustus Garulfi”.
I Longobardi lasciarono tracce indelebili della loro dominazione. Ai tempi del Barbarossa, Busto Garolfo fu luogo prescelto dagli Umiliati. A ricordo di questo periodo resta una struttura con annesso cortile cortile chiamato “Corte Granda”. Nell’ufficio del Sindaco si può ammirare e un affresco appartenuto agli Umiliati.
Durante la dominazione spagnola del XVI secolo, il paese faceva parte della pieve di Dairago. Infine, durante le guerre di Indipendenza, questo era terreno di movimento di truppe austriache e italiane. Ciò avvenne soprattutto durante la battaglia di Magenta.
Oggi nella nuova sala Consiliare del Comune si può ammirare una bandiera di quel periodo.
Il Nome
Busto Garolfo è un comune che si compone di due nomi. Il primo, “Busto”, potrebbe essere una derivazione della parola latina Bustum. Ovvero il luogo dove i Romani bruciavano i cadaveri e seppellivano le ossa. Il significato però potrebbe derivare anche dal termine dialettale lombardo Brugh, ovvero brughiera. Il secondo termine “Garolfo” presumibilmente è il nome di una persona. Forse il Signore del luogo e potrebbe essere di derivazione longobarda.
Chiesa di San Remigio

La visita di Busto Garolfo inizia da una piccola chiesetta alla periferia del paese. Si trova lungo la strada che porta a Canegrate. Si chiama San Remigio. La chiesetta risulta già nelle mappe antiche ed è citata alla fine del 1300.
Nel tempo subisce alti e bassi. È ricordata soprattutto come “hospitalis pauperum”. Questo termine non significa ospedale come lo intendiamo noi, ma ricovero. Essendo su un crocevia di strade importanti, in origine era forse un alloggio per i viandanti.
Dedicata a San Remigio, santo francese, contiene al suo interno diverse opere d’arte restaurate anche recentemente. La chiesa ha unica navata.
La sua ricchezza si trova però nel campanile e in una particolare campana appartenuta agli Sforza.
Piazza Lombardia
Ci spostiamo nel centro storico nella bella Piazza Lombardia. L’anima del paese. Prima di arrivare, all’inizio di Corso Milano, si fa notare l’alta torre dell’acquedotto. Uno dei simboli cittadini.

L’agglomerato che invece divide piazza Concordia da Piazza Lombardia è stato, secondo gli storici locali, il “castrum”, ovvero il palazzo del nobile che comandava su Busto Garolfo. In alcuni documenti sono segnalati una stanza del magistrato e una prigione.

Subito dopo lo stabile della Polizia Locale ecco Palazzo Fossati, del XVI secolo. Oggi non visitabile.
Sulla piazza si trova anche un albero del gemellaggio. Il comune di Busto Garolfo è gemellato con quello di Senise, in provincia di Potenza.
Chiesa di San Salvatore e Margherita

Su Piazza Lombardia si affaccia la Chiesa dei Santi Salvatore Margherita. L’edificio di culto ha una storia risalente al 1300. Nel 1542 venne ricostruita.
Consacrata nel 1570 dal Cardinal Carlo Borromeo, la chiesa ha subito vari miglioramenti nel corso dei secoli. Oggi è un luogo ricco di opere d’arte grazie ai contributi di nobili locali. Tra le opere significative ci sono un quadro di Giovanni Battista Crespi e un coro realizzato da Carlo Garavaglia.
Il patrimonio artistico include anche reliquie e diversi oggetti preziosi che testimoniando la prosperità della parrocchia nel corso dei secoli.

Nella cappella dedicata a San Carlo Borromeo, si può vedere un affresco. Ricorda un attentato rivolto a lui da un frate umiliato. La storia la raccontiamo in questo podcast.
Il Ponte dei Sospiri
Sembrerà strano, ma a Busto Garolfo si può ammirare un particolare “Ponte dei sospiri”. Nulla a che vedere con quello di Venezia. Si tratta solo di un passaggio tra due case, poco distanti dalla piazza. Sorge in via Ugo Foscolo
Villa Villoresi
Al termine di Piazza Lombardia, all’angolo con Via Monti, sorge Villa Villoresi. È una delle più illustri abitazioni del paese. Ha una lunga storia. Commissionata dai Conti Rescalli nel 1650, passa all’ingegner Cristoforo Bellotti all’inizio del 1800 e poi alla famiglia Beretta.
Divenne di proprietà della famiglia Villoresi dopo il matrimonio di Giuseppe Villoresi con Giuseppina Beretta.
La villa è stata realizzata su progetto dell’architetto Valmaggini, architetto ufficiale del duca Ranuccio Farnese di Parma.
La realizza con uno schema innovativo per l’epoca. Era senza lo scalone di rappresentanza, tipico delle ville coeve. Oggi è di proprietà della Fondazione Villoresi. Dal 2014, in un ala della costruzione trova spazio il museo dedicato all’artista Dario Mellone.
Il Vino
Apriamo una parentesi sul vino di Busto Garolfo. Il Paese è stato, almeno fino al XIX secolo, a prevalenza agricola. In campagna si coltivavano soprattutto viti e gelsi. Il secondo offriva la possibilità di allevare i bachi da seta, mentre dalle viti si ricavava un rinomato vino. Il ” Bust Piccol “ è citato in una poesia in dialetto milanese di Carlo Porta . Purtroppo viti e gelsi furono distrutti dalla siccità e da una epidemia di parassiti verso la fine del 1800.
Il Torchio
Delle viti autoctone resta solo un esemplare che si trova nella Villa Villoresi. Qui, si può vedere un’altra testimonianza della diffusione della vite. Un grande torchio. Faceva parte del Convento degli Umiliati. È di origine molto antica ed è stato restaurato nel 1790, secondo un’incisione che si trova sulla vasca di granito.
Chiesa Madonna della Neve

Questa piccola chiesetta sorge all’incrocio tra Via Monti e viale dei Tigli. La sua costruzione risale al 1600. Nella sacrestia conserva un affresco con Santa Giuliana e San Rocco che potrebbe essere attribuito alla scuola di Bernardino Luini.
Demolita nel 1934 per questioni di viabilità, è stata ricostruita cambiando posizione all’ingresso, ora rivolto verso viale dei Tigli.
Durante i lavori sono stati rinvenute le spoglie della Marchesa Maria Ponga, le cui spoglie riposano all’interno del tempio. Nella chiesa si può vedere anche un affresco del pittore Vaccaro dedicato alla “Madonna del capriolo”.
Villa Comunale
Interessante è anche la villa che oggi ospita gli Uffici comunali. Di fatto, una serie di edifici settecenteschi con annesso parco. Palazzo Molteni ha ingresso da Piazza Diaz, mentre Villa Brentano è appartenuta alle famiglie Brentano, Litta Modignani e Rondanini, ha l’accesso da un portone in via Magenta.

Nel cortile si affacciano la villa e diversi rustici, tra cui la vecchia Filanda. Oggi è sede di uffici comunali. Nella villa soggiornò in incognito, durante la Seconda Guerra Mondiale, il generale Luigi Lombardi del Comitato di Liberazione Nazionale. Qui il link suo profilo . All’altezza della filanda è stata restaurata la Torre Rondonaia. Qui nidificano, come un tempo, le rondini.
Le Altre Ville
A Busto Garolfo sorgono anche altre Ville. Su Piazza Lombardia si trova Casa Donadoni, già Della Croce, poi Majno. Poi ecco Casa da Massaro (o del Gileca), edificio rurale quattrocentesco costruito con ciottoli disposti a lisca di pesce e modanature in cotto. Poi Villa Arconati e Villa Battaglia. Queste dimore non sono visitabili.
Il Canale Villoresi
Da viale dei Tigli si può accedere alla ciclabile del Villoresi. Qui si ammira lo splendido lavatoio recentemente restaurato. Superato i ponte si può procedere verso Arconate o verso Parabiago.
La costruzione del Canale Villoresi ci riporta alla fine del 1800. Una forte siccità mise in ginocchio l’agricoltura locale. In questo periodo venne progettato e costruito questo corso d’acqua artificiale.
Il Canale Villoresi inizia dalla diga del Panperduto sul Ticino per confluire, dopo un tragitto di 86 chilometri, nel fiume Adda nei pressi di Cassano d’Adda. I lavori di costruzione iniziarono nel 1881 e terminarono nel 1886.
Fu progettato dall’Ingegner Eugenio Villoresi.

Cosa Non Perdere a Busto Garolfo
- La Chiesa di San Remigio, sul cui campanile si trova la campana degli Sforza
- La Chiesa di San Salvatore e Margherita, dal ricco interno tra cui l’affresco dell’attentato a San Carlo
- Museo Mellone, per ammirare la ricca collezione del pittore e disegnatore italiano, rappresentante delle neoavanguardie.
- Villa Brentano e la La Torre Rondonaia, luogo dove nidificano le rondini.
- La pista ciclabile del Villoresi, un luogo perfetto per piacevoli passeggiate ammirando la campagna circostante
Quando Andare
Il periodo migliore è quello primaverile, quando il clima è mite, gli alberi lungo il Canale Villoresi e quelli del parco di Villa Brentano si riempiono di fiori. Anche l’autunno è interessante, quando, all’opposto le piante offrono un magnifico foliage. Altra possibilità è durante le fiere di primavera (nel mese di marzo) e d’autunno (generalmente a Novembre).
Come Arrivo a Busto Garolfo
Busto Garolfo si raggiunge dall’autostrada A8 Milano Varese, uscita Legnano, quindi si prosegue sulla Sp 12 fino a destinazione. In treno, le stazioni più vicine sono quelle di Canegrate e Legnano, sulla linea per Varese e Sesto Calende. L’aeroporto più vicino è quello di Milano Malpensa.
Info
Le informazioni per la realizzazione di questo articolo sono del Comune di Busto Garolfo e del locale Gruppo di Ricerca Storica. Si ringraziano i proprietari di Villa Villoresi.
Qui il link al sito del Comune di Busto Garolfo
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