Pomponesco, borgo lombardo, città ideale all’epoca dei Gonzaga
Località in provincia di Mantova, Pomponesco era già nota ai tempi dei romani, ma è grazie alla famiglia dei Gonzaga che raggiunge il suo massimo splendore.

La storia
Per capire meglio questa località dobbiamo partire dalla sua storia. Una storia importante. Il nome Pomponesco viene fatto risalire ad una iscrizione romana del II secolo d.C. In cui si parla di un famiglia, “Pompea” che in questi luoghi aveva la sua dimora
Fu grazie alla famiglia dei Gonzaga e precisamente al marchese Giulio Cesare, uomo del Rinascimento, e cugino di Vespasiano Gonzaga, signore di Sabbioneta, che qui intende costruire la sua città ideale, che inizia a modificare l’assetto architettonico di Pomponesco, trasformando radicalmente la fisionomia. Questo borgo comincia a crescere d’importanza e a batter moneta propria, grazie alla sua zecca, ma nel 1593, Giulio Cesare lascia il castello esagonale dove dimora, per trasferirsi a Bozzolo. Inizia così il declino di questa località che si trova a pochi passi dal fiume Po, corso d’acqua che ha segnato la vita della comunità locale. Passato sotto dominio austriaco, il comune di Pomponesco dalla fine del XVIII secolo diventa a vocazione commerciale. Granaglie, bestiame e il traffico fluviale attirano in questa località alcune famiglie ebree. Nel 1818 con i mattoni del castello viene fortificato l’argine del fiume.
L’ambiente naturale

L’ambiente che circonda Pomponesco è quello naturale, questa è zona di nidificazione di diverse specie di uccelli, come il gufo, il cavaliere d’Italia che vivono nella Riserva naturale della Garzaia, un vasto terreno che si estende per 96 ettari su terreni golenali della sponda sinistra del Po, tra salici, pioppi e pini. Lungo i suoi sentieri si possono raggiungere la lanca e il fiume.
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La piazza
Una piazza ideata dai Gonzaga in quella che sarebbe dovuta essere, assieme a Sabbioneta, un’altra città ideale, una piazza che termina nella via del Peccato, oltre alla quale si entra a contatto con la natura che circonda il fiume Po. Il castello è stato distrutto dai francesi alla fine del 1700 ed ha lasciato la piazza vuota che oggi è delimitata dalle scuderie ( a Nord) unica testimonianza del passato.
La piazza per come la vediamo oggi è identica a quella seicentesca. È circondata da costruzioni con portici, risalenti al periodo 1590-1630. Molti di questi edifici conservano ancora soffitti in legno e l’unico affresco ancora oggi esistente è quello di una casa signorile, oggi trasformata in albergo. Dalla piazza si arriva al porticciolo e nella zona di un casotto che i vecchi barcaioli hanno ribattezzato “Montecitorio” perché è qui che si discute di tutto
Forse ci si aspettava di più dalla visita di Pomponesco. Se ci guardiamo attorno vediamo tanta natura, ma la località, in se, è racchiusa nella meravigliosa piazza, che spesso è stata set di film per i più grandi registi italiani come Zavattini, Soldati, Bertolucci.
La chiesa di Santa Felicita

Sulla piazza si affacciano e si fronteggiano il palazzo comunale con le sue torri campanarie, la chiesa di Santa Felicita e dei Sette Fratelli Martiri che esiste dal 1339, anche se è stata oggetto di restauri nel primo trentennio del 1800. La facciata presenta grandi archi, mentre l’interno è a tre navate a tutto sesto con soffitti a cassettoni e transetto. Dall’argine del fiume si ha un bel colpo d’occhio sul campanile e sulla chiesa, anche se, purtroppo il panorama è deturpato dalle ciminiere di un’azienda.

Palazzo Cantoni
Palazzo Cantoniè un edificio appartenuto ad una delle più importanti famiglie ebraiche che hanno vissuto a Pomponesco e si prolunga al piccolo cimitero ebraico dove riposa lo scrittore Alberto Cantoni (1841-1904) che era legato al suo paese natale come l’amico pittore Gerolamo Trenti (1824-98), esponente tra i più noti del paesaggismo lombardo dell’Ottocento.
Curioso il teatro 1900, uno dei tanti sorti in questa zona oltre un secolo fa e nella frazione di Correggioverde, la parrocchiale di Santa Maria Assunta, risalente al 1750. Attorno ecco vecchi fabbricati rurali in stato d’abbandono a ricordare la vocazione agricola di questa zona.
La ciclovia 3 del Po

Lungo l’argine sinistro si snoda l’itinerario tre della ciclovia del po, che consente di pedalare tranquillamente su un percorso tra filari di pioppi, ammirando gli uccelli che popolano il fiume, come le garzette. Una ciclovia che attraversa piccoli borghi e offre un paesaggio tipicamente agricolo.
Come arrivo a Pomponesco
Pomponesco si raggiunge dall’Autostrada A22 del Brennero, uscita Reggiolo-Rolo, quindi superata Reggiolo, seguendo la SP2 fino a Tagliata, poi SP 62R ed SP 57 bis fino a destinazione.
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