La presenza italiana in Dodecaneso

Rodi, sullo sfondo la città medievale - Turista a due passi da casa

La presenza italiana nelle isole del Dodecaneso, nel mar Egeo,

Durante la guerra italo-turca del 1911, le truppe militari del Regno d’Italia occuparono le isole del Dodecaneso nel Mar Egeo, che furono formalmente annesse al nostro Paese con il trattato di Losanna del 1923. Di fatto queste isole divennero “Possedimenti italiani dell’Egeo”.

Kos, sullo sfondo l'albergo gelsomino -Turista a due passi da casa
Kos, sullo sfondo l’albergo gelsomino -Turista a due passi da casa

Girando per le isole dell’arcipelago del Dodecaneso ci siamo imbattuti in diversi edifici costruiti dagli italiani durante l’occupazione delle truppe di Roma nel periodo tra il 1912 e il 1947.
Questo lembo di terra a ridosso delle coste della Turchia fece parte del Regno d’Italia e, attorno agli anni ’30, queste isole dell’Egeo conobbero un notevole sviluppo economico grazie ai finanziamenti giunti dal nostro Paese. Ma non solo. Un anziano signore che ho incontrato casualmente in un albergo vicino al porto dell’isola di Kalymnos mi ha raccontato di come molti abitanti di queste isole abbiano avuto modo di imparare l’italiano, perché obbligati ad andare a scuola durante l’occupazione fascista.

La conoscenza della lingua italiana

Un bene per alcuni, la conoscenza della lingua italiana, un male per altri, che vedevano nell’imposizione del nostro idioma, un modo per eliminare l’identità greca dal Dodecaneso.
Fino al 1950 la lingua italiana era parlata correntemente sulle isole della cosiddetta “Provincia di Rodi”. Sono molti oggi a comprendere il nostro idioma, ma pochi parlano fluentemente l’italiano. Si tratta soprattutto di persone anziane.

Lingua italiana a parte, andiamo alla scoperta delle tracce della presenza italiana (che rimane visibile in diversi edifici soprattutto a Rodi e Kos, anche se su altre isole, come Stampalia, oggi Astypalea, per esempio, la nascita e lo sviluppo di alcune località si deve proprio alla presenza degli italiani.

La presenza italiana a Rodi

Rodi, vista sulla città dal palazzo dei Cavalieri - Turista a due passi da casa
Rodi, vista sulla città dal palazzo dei Cavalieri – Turista a due passi da casa

Per quanto riguarda l’isola di Rodi, menzioniamo subito l’ex Grande Albergo delle Rose (oggi Casinò Rodos) edificato tra il 1925 e il 1927 dagli architetti Florestano Di Fausto e Michele Platania. La particolarità di questa struttura è l’aver unito elementi dell’architettura islamica, bizantina, veneta ed elementi gotici decò.
L’hotel è stato uno dei punti di riferimento per il jet set dell’epoca. Le stanze hanno ospitato personaggi del calibro di Eleftherios Venizelos, Aristotele Onassis, Konstantinos Karamanlis, Georgios Papandreou, Winston Churchill e Moshe Dayan, per citarne solo alcuni.

Un altro degli edifici riconducibili alla presenza degli italiani a Rodi e’ sicuramente l’ex Casa del Fascio, l’attuale municipio cittadino. Anche questa struttura venne realizzata tra il 1936 e il 1939.

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Altra opera italiana è la chiesa dell’Annunciazione, che si trova sul lato opposto all’imboccatura del porto, dove in antichità avrebbe trovato posto il famoso “colosso di Rodi”, fu edificata nel 1925 sulle rovine del precedente tempio di San Giovanni di Collachio dei Cavalieri di San Giovanni distrutto da un’esplosione nel 1856.
Sempre a Rodi, un’altra traccia di architettura italiana di stampo fascista e quella del Palazzo del Governo (del 1927) già sede del governatore del Dodecaneso ed oggi sede della prefettura.
Infine, l’ex Teatro Puccini (oggi Teatro Nazionale) che risale al 1929.

Poco fuori dalla città di Rodi si può ammirare il restaurato complesso delle Terme di Kallithea, che venne inaugurato nel 1929, così come l’ex Villaggio rurale San Benedetto (oggi Kolymbia) con tanto di scuola, chiesa, caserma, casa del fascio e case per i coloni.

Da segnalare che il Castello del Gran Maestro dei Cavalieri di Rodi venne ristrutturato, ma non edificato dagli italiani nel 1940. Forse una delle ultime opere prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale e del conseguente abbandono delle isole del Dodecaneso degli italiani.

La presenza italiana sull’isola di Kos

Kos, Palazzo del Governo - Turista a due passi da casa
Kos, Palazzo del Governo – Turista a due passi da casa

Sull’isola di Kos (Coo in epoca italiana) la presenza italiana si riconosce nella ex Casa del Fascio, realizzata dopo il tremendo terremoto del 1933 che distrusse gran parte delle costruzioni. Gli italiani, allora, si impegnarono a dare un nuovo assetto al capoluogo dell’isola, costruendo ex novo diversi edifici e ristrutturandone altri.
La casa del fascio vide la luce tra il 1934 e il 1935 per opera dell’architetto Armando Bernabiti. Oltre che essere il punto di riferimento del Fascismo sull’isola, era dotata di un cinematografo.
Altro luogo che identifica la presenza italiana a Kos è il Mercato Comunale. Su progetto di Rodolfo Petracco, venne realizzato in due anni dopo il terremoto del’33. Ancora oggi viene utilizzato quale mercato coperto.

Un altro dei simboli italiani sull’isola di Coo è sicuramente il Palazzo del Governo di Florestano Di Fausto, edificato tra il 1927 e il 1929, così come l’Albergo Gelsomino, oggi sede dell’ufficio turistico cittadino.
Da non dimenticare la sede del Museo archeologico, un’altra tra le costruzioni italiane. Fu edificato nel 1936 per conservare tutti i reperti antichi rinvenuti all’indomani del terremoto. Si tratta di un edificio a due piani con tre ingressi sormontati da archi.

La presenza italiana sull’isola di Lero

Il centro di Portolago (oggi Lakki) nell’isola di Lero è una costruzione rispecchia lo stile razionalista italiano degli anni ’30. Edificato tra il 1934 e il 1938, purtroppo oggi è in cattivo stato di conservazione.

Ma ci sono altre tracce della presenza italiana nelle isole del Dodecaneso. Ne parleremo in un altro post.

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