Galliate, il mistero del tesoro di Ludovico il Moro e il nascondiglio ideato da Leonardo Da Vinci

Un tesoro, un mistero, due nomi eccellenti: Ludovico il Moro e Leonardo da Vinci. A tutto questo aggiungiamo un castello ed una località sul fiume Ticino, a cavallo tra Piemonte e Lombardia: Galliate, in provincia di Novara. Qui esiste un castello dove sarebbe nascosto il Tesoro di Ludovico il Moro. 

La cosa mi ha incuriosito ed ho cercato informazioni più approfondite, giungendo a conclusione che si tratta di una storia intrisa tra leggenda  e realtà.

La storia del castello

Val la pena raccontarla partendo dalla storia del castello. Il maniero di Galliate  fu costruito dagli Sforza tra il 1476 ed il 1496 su una preesistente fortezza viscontea e nel 1476 fu scelto come residenza estiva dal duca Galeazzo Maria Sforza, quindi ultimato da Ludovico il Moro nel 1496.

La leggenda

Fin qui la realtà. La leggenda inizia Ludovico il Moro e il suo misterioso tesoro.
Ora, secondo una fonte che definirei attendibile, l’esistenza degli averi del Duca di Milano era stata testimoniata nel 1491 dall’Ambasciatore del Duca di Ferrara, il quale sosteneva di aver visto nel castello di Milano un ingente quantità di oro fino, ma anche di gioielli, candelabri  e monete d’argento.

Il tesoro scomparve nel quattrocento quando cominciò l’occupazione francese del Piemonte. Si narra che il Moro per mettere in salvo almeno una parte dei suoi averi li divise in due.

Una parte in Svizzera e l’altra a Galliate

Una parte del suo tesoro destinata ai forzieri in Svizzera e Tirolo, ma sottratta dal Re Massimiliano, il futuro imperatore, mentre l’altra da destinare ad un castello periferico di sua proprietà, ovvero quello di Galliate che si trova oltre la sponda piemontese del fiume Ticino.

La parte di tesoro destinata a questa dimora era composta da sacchi di cuoio.
Ludovico il Moro non scelse a caso il luogo dove occultare parte dei suoi averi, ma era parte integrante di un piano. Per questo aveva fatto preparare ad arte il castello galliatese da Leonardo da Vinci, l’ingegnere ducale che aveva accompagnato il duca proprio in quel luogo.

Una mattonella come segnale

Secondo alcune carte leonardesche conservate nella Biblioteca Ambrosiana risulterebbe che per ritrovare il tesoro bisognerebbe scovare un mattone dalla forma misteriosa nella fila regolare.

Ma in quale sala?

Il castello è composto da diverse sale e da quattro grandi torri d’angolo con sale dal soffitto a volta, dalle torri centrali e da sotterranei. Dove potrebbe essere finito il tesoro?
Tenendo presente che la costruzione fu in parte smembrata e venduta prima che il comune novarese tornasse in possesso della struttura, nessuno fino ad ora ha mai trovato alcunché.

Le ricerche

Dunque un mattone diverso dagli altri nasconderebbe non solo un segreto mai svelato, ma anche un immenso tesoro. Qualcuno ha cercato invano, anche calandosi in una botola oscura, di andare alla ricerca di questi sacchi contenenti il tesoro del Duca, ma quella misteriosa apertura del pavimento sarebbe stata murata.

Nel dopoguerra, durante l’ennesima spedizione alla ricerca del prezioso metallo  qualcuno si spinse oltre. Girovagando e cercando, scoprì un labirinto di gallerie che porterebbero ad un antico convento, verso il fiume Ticino. Ora, vicino al Naviglio Langosco, una  si trova la chiesa di San Carlo Borromeo alla Fortuna. Che sia quello il punto finale del labirinto? E il nome della chiesa che contempla la parola “fortuna” è una coincidenza o un indizio?

Resta il mistero. È come se qualcuno si diverta, ogni volta che si scopre qualcosa del castello a nascondere l’oro. Una sorta di guardiano che veglia sui preziosi e che li tenga al riparo da ogni sguardo indiscreto. Forse nella speranza che il legittimo proprietario torni a riprendersi il tesoro.

Il mistero del guardiano

Quella di un guardiano è una leggenda circolata negli ultimi due secoli e potrebbe essere di un figlio segreto degli Sforza.
Lo chiamavano castellano perché raramente si allontanava dal maniero. Dietro quelle mura scavò e cercò cavità occulte e quando morì volle essere sepolto al suo interno, in un luogo non consacrato.
Forse sono suoi i rumori che qualcuno dice di aver sentito dopo la mezzanotte. Passi che si udivano da una delle torri, rumori che si allontanavano in direzione dei sotterranei, tanto che l’allora proprietario si spostò a vivere in un’altra ala del castello, affittando per poco prezzo quella zona misteriosa.
Nessuno ha mai voluto seguire quei suoni. Forse il tesoro si trova proprio andando in direzione del fantasma, ma qui nessuno lo vuole chiamare tale.
Resta il mistero sul dove Ludovico il Moro e Leonardo da Vinci nascosero questo inestimabile avere.



Come arrivo a Galliate

Si arriva a Galliate percorrendo l’Autostrada A4. Da Milano o Torino uscita Novara Est, direzione Galliate. Si può arrivare anche con il treno. La cittadina è sulla direttrice Milano-Novara delle ferrovie Nord

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